I PASSI / L’incontro frequente
Come si diceva per il gruppo, nell’adolescenza, il valore dell’amicizia e il gruppo di amici sono una priorità fondamentale dei ragazzi, tanto da divenire uno degli elementi che la contraddistinguono. Il gruppo risponde a quel bisogno naturale di essere accettati e riconosciuti, di essere accolti ed ascoltati: in una parola di appartenere, di sentirsi parte di un tutto. Il gruppo costituisce un’occasione di relazioni autentiche e un allenamento al dialogo e alla condivisione.
Pertanto, prima ancora o parallelamente o insieme ad un’occasione di formazione intellettuale, l’incontro con i ragazzi è (appunto) “incontro”, ritrovarsi, imparare a vivere relazioni autentiche, fraterne, secondo lo stile di Gesù. Per agevolare questo, gli educatori devono poter prevedere con il gruppo appuntamenti ravvicinati e stabili, in modo che il trovarsi frequentemente permetta di costruire, gradualmente, relazioni salde dei ragazzi tra loro e tra ragazzi ed educatori: un tempo dedicato e costante infatti, crea un clima confidenziale e aperto, dove ciascuno si sente a proprio agio e spronato a mettere in gioco se stesso.
Pur tenendo conto della complessità e dei molteplici impegni di tutti i membri, l’incontro di gruppo deve avere una frequenza ravvicinata, che tenga il passo con la vita dei ragazzi: l’ideale sarebbe settimanale, altrimenti bisettimanale. Trovarsi una volta al mese soltanto rischia infatti di far perdere, oltre alla qualità delle relazioni, la voglia di camminare insieme verso qualcosa.
Ci si può trovare, come stiamo sperimentando al tempo del Covid, anche attraverso piattaforme online che permettano di vedersi, esprimersi, fare incontri e attività, mantenendo quel legame relazionale così importante (che certamente non potrà mai eguagliare la ricchezza dell’incontro “in presenza”). Una modalità di incontro mista (in presenza e online) può essere una delle eredità migliori di questo periodo difficile.
L’incontro settimanale/bisettimanale può inoltre essere intervallato anche da momenti meno strutturati, ma altrettanto importanti, che consentono di educare, nella pratica, alla vita quotidiana del discepolo. Ad esempio si possono prevedere alcuni momenti più informali, anche in luoghi extra parrocchiali o associativi (al parco o in strada, in oratorio, nei luoghi di divertimento o di aggregazione dei giovani), per parlare di Gesù anche fuori dalla parrocchia, nelle situazioni di vita dei ragazzi.