PIETRE MILIARI / Corresponsabilità
CORRESPONSABILITÀ
Dare fiducia e chiedere a ciascuno secondo la propria capacità
«Se progettare è un’azione della comunità, da una parte questo significa che ciascuno è invitato a portare il suo dono, che ogni membra ha il suo specifico, dall’altra parte che è necessaria una sinergia di intenti. […] La progettazione aiuta a mettere in ordine, definendo ruoli e valorizzando le competenze. I tanti talenti di cui gode una comunità possono essere messi in comune e fatti fruttificare. Tale condivisione chiarisce ancor più che non tutti possono fare tutto indistintamente. Ciascuno è pero invitato a partecipare al pensiero e a sostenere il senso buono dell’agire: rivolti al futuro, sostenuti dal passato senza esserne prigionieri.» (Dare casa al futuro, pp. 21-22).
Per co-respons-abilità si può intendere l’abilità-capacità di rispondere, insieme, a una chiamata che invita a volgere lo sguardo verso un orizzonte comune fatto di obiettivi, mete, sogni e desideri portati da ognuno e scelti in forma condivisa. Questo orizzonte diventa davvero comune quando è esplicitato ed è il frutto di una scelta compiuta insieme.
La corresponsabilità rappresenta un atteggiamento importante nella progettazione di pastorale giovanile che non consiste in un’armatura statica ma, al contrario, nei passi pensati per pro-gettarsi in avanti, rivolti al futuro e avendo come risorsa la storia (personale, del gruppo, parrocchiale, ecc…) e i doni di tutti quegli “attori” chiamati a fare squadra.
Quel “co-“ rimanda all’idea di gruppo, di unione delle peculiarità di ciascuno; affinché questo avvenga, è necessaria una buona conoscenza reciproca dei rispettivi doni e limiti.
Sono gli stessi giovani a desiderare di essere soggetti attivi e non solo destinatari di eventi “per” i giovani.
Per fare un passo di questo tipo deve avvenire una conversione dello sguardo, passando da uno sguardo distante a uno sguardo di prossimità. In questo modo, si faranno delle scoperte sulla loro identità, i loro sogni e le loro paure. È importante “rischiare” per loro e con loro.
Ma serve un passo ulteriore: reprimere la tendenza al giudizio e avere fiducia in ciò che si è visto. Più facile quando ciò che si vede combacia con la propria idea di “bene” da percorrere, meno quando ciò si discosta dalla propria proiezione. È proprio in questo spazio che si gioca la fiducia.
In questo senso, è paradigmatica l’icona dei discepoli di Emmaus (Lc 24, 13-35): si può vedere come lo stile di Gesù consista nell’accompagnare, nel “fare strada insieme” chiedendo, ascoltando e mostrando pieno rispetto per ciò che i discepoli stanno vivendo, nonostante si stiano allontanando dalla “scelta giusta” (Gerusalemme e la comunità). Gesù non giudica, non affretta i tempi ma conduce pazientemente l’altro a scoprire autonomamente la verità (cfr. Pietra Miliare CURA).
Per ulteriore approfondimento, scarica il PDF completo della Pietra Corresponsabilità, unita alla scheda di lavoro.