I PASSI / La liturgia – Vita spirituale
In un percorso di Pastorale Giovanile che tenta di favorire un’integrazione tra la fede e la vita si innesta la cura della vita spirituale, che sostiene, orienta e dà senso a tutto il nostro agire. Per accompagnare i ragazzi verso una vita di fede adulta occorrerà aiutarli a prendere consapevolezza di questa “perla preziosa” e di questo “tesoro che abbiamo in vasi di creta”, educandoli innanzitutto all’ascolto (ascolto di sé, ascolto dell’altro, ascolto della Parola di Dio). In una società frenetica, caotica e iperconnessa, diventa sempre più difficile imparare a stare in silenzio e a ritagliarsi spazi di ascolto interiore. Educare i ragazzi ad ascoltare il proprio cuore significa iniziare a distinguere le varie voci che lo abitano, nella consapevolezza che lo Spirito parla sì in noi, ma come un “sussurro di una brezza leggera” (1Re 19,12).
All’ascolto e al discernimento di questa voce ci si educa poi familiarizzando con la Sua Parola: sia ascoltando le Scritture, Parola di Dio “intrisa” di Spirito Santo, sia incontrando la Parola fatta carne, Gesù Cristo, nella Celebrazione Eucaristica. Cristo infatti non è presente solo come sacramento del pane e del vino, ma anche come sacramento della Parola. Ricordiamo, infatti, che “centro e finalità di ogni iniziativa pastorale è l’incontro con il Signore Risorto, che trova nella Parola di Dio una via privilegiata. Pertanto la Parola costituisce la pietra d’angolo sia nella progettazione pastorale, sia nei singoli incontri/eventi, ed è per tutti, educatori ed educandi, nutrimento per la propria vita”. (CQG 53)
Occorrerà quindi fare proposte di ascolto della Parola di Dio graduali, che possano essere declinate nelle diverse tappe, che mirano a far crescere ogni giovane ad una familiarità personale con la Parola. Si può iniziare a lavorare con qualche brano, a riprendere in mano il Vangelo della domenica, a proporre in alcuni periodi la lettura continua o ad approfondire un libro della Bibbia. Non basta infatti un ascolto superficiale per poter accogliere nel proprio cuore il seme della Parola. È quindi importante aiutare i ragazzi a sostare e ad entrare nella Parola, perché sperimentino che essa è per loro parola che dà senso nell’oggi della loro vita.
A titolo esemplificativo, si veda l’esperienza pluridecennale della comunità parrocchiale del Buon Pastore, che struttura il cammino di adolescenti attorno alla Parola e che propone per giovani e adulti percorsi di ascolto biblico su alcuni libri della Scrittura. (Cfr. Atti della Tre sere di formazione comune, 3-4-5 giugno 2019, pp. 19-20).
Nella progettazione occorre quindi prevedere alcuni momenti di silenzio e di ascolto, di sé, dell’altro e della Parola di Dio. Possono essere inseriti nell’ordinarietà dell’incontro oppure in un momento apposito (ad es. deserto, ritiri spirituali, adorazioni, lectio divine).
L’eucaristia domenicale, cuore della vita della comunità radunata attorno al Signore Risorto, rimane il culmine e la sorgente della spiritualità per ogni cristiano. Tuttavia, spesso non basta che i ragazzi siano venuti a messa fin da piccoli perché possano coglierne la ricchezza e la bellezza del Mistero Eucaristico. Anzi, ora che nell’adolescenza sviluppano un pensiero critico e razionale, necessitano di capire il perché di quei gesti e di quei simboli. Occorrerà quindi, da parte degli educatori e dei presbiteri, un lavoro di iniziazione alla liturgia, perché i ragazzi vengano accompagnati a celebrare progressivamente in modo consapevole e attivo. L’Eucaristia è continuamente un punto di partenza e di arrivo ed è per il cristiano e il giovane sorgente di vita inesauribile.
Dalla liturgia i ragazzi imparano a intrecciare vita e preghiera. Scandendo i diversi momenti della giornata, celebrando eventi particolari, con gesti, simboli, canti, parole adatte a loro, i ragazzi possono imparare, celebrando, che la vita stessa può essere vissuta come una liturgia. Occorre quindi educarli ai riti con sapiente equilibrio, per poter dosare creatività senza scadere in trasformismi, approfondimento senza diventare didattica, attualità senza dimenticare la tradizione.
Esempi di iniziazione possono essere delle piccole liturgie rivolte al gruppo di ragazzi (ad esempio liturgie penitenziali o liturgie in alcuni momenti speciali dell’anno o per la vita del gruppo). Di grande aiuto sono le Eucaristie preparate e celebrate con il gruppo o assieme ad altri gruppi di giovani, nelle quali i ragazzi si sentono più coinvolti e partecipi e nelle quali ci si può permettere un linguaggio a loro più vicino fatto di gesti, parole, canti, e simboli. Un momento prezioso per educarli all’intreccio tra vita e liturgia è rappresentato dai momenti di vita comunitaria (es. campi estivi ed invernali, settimane comunitarie, Route). Ribadiamo comunque che le “liturgie ad hoc” sono finalizzate a consolidare la presenza dei giovani alla liturgia dell’intera comunità.
A titolo esemplificativo, si vedano le esperienze dei giovani delle parrocchie Sacre Stimmate e Spirito Santo, caratterizzate da momenti celebrativi intensi dedicati ai giovani, nell’ordinarietà dell’anno (Cfr. Atti dell’Assemblea diocesana, 27 aprile 2019, pp. 17-18).
Oltre a questo cammino di “iniziazione”, rivolto ai giovani, sarebbe auspicabile nel frattempo che tutta la comunità si interrogasse sulla “bellezza” e “forza attrattiva” della celebrazione eucaristica domenicale. Sarebbe bene, pertanto, riflettere sul valore della domenica, sul ruolo del canto, sull’eventuale necessità di adeguamento dello spazio liturgico, sulla cura della bellezza dei gesti, delle parole, degli spazi, degli oggetti. Inoltre sarebbe opportuno dedicare tempo alla formazione liturgica delle persone, tramite catechesi a carattere mistagogico. Tutto ciò potrebbe aiutare a recuperare la dimensione simbolica della celebrazione e a favorire la partecipazione anche da parte dei giovani.