Le Linee Progettuali di Pastorale Giovanile sono uno STRUMENTO che viene consegnato in mano alle COMUNITÀ ecclesiali, per sostenere e orientare il loro compito educativo verso i giovani.

 

PIETRE MILIARI / Attualizzazione

ATTUALIZZAZIONE

GUSTARE LA RICCHEZZA DELLA PAROLA NELLA VITA CONCRETA

La Parola di Dio costituisce la pietra d’angolo sia nella progettazione pastorale, sia nei singoli incontri/eventi, ed è per tutti, educatori ed educandi, nutrimento per la propria vita (cfr. LP 53). Ascoltare la Parola di Dio è infatti un’esigenza connaturata al cristiano.

L’ascolto della Parola di Dio è strettamente correlato all’ascolto dell’umanità, a una comprensione rinnovata della storia nell’oggi. È lo Spirito, che purifica lo sguardo, che rende possibile leggere la presenza del Signore tra le pieghe, spesso oscure, della storia umana.

Nel cammino con i giovani non può quindi essere trascurata la preziosità del dono ricevuto della Parola di Dio. Si tratta di un dono che va “scartato” con calma, va accompagnato, per evitare il rischio di una lettura superficiale, intellettuale o moralista.

Ci si può quindi chiedere come accompagnare i giovani ad accostarsi alla lettura delle Sacre Scritture, apprezzandone la ricchezza e cogliendone il legame con la propria vita.

Il primo momento in cui i ragazzi ascoltano la Parola di Dio è la celebrazione eucaristica domenicale. L’esperienza liturgica può non essere immediatamente attraente, specialmente per i giovani, pertanto è necessario che tutta la comunità si prenda cura del clima che si respira in assemblea e si interroghi sulle modalità con cui affinare il linguaggio liturgico, introducendo e accompagnando i più giovani. (cfr. Pietra miliare CORAGGIO)

Inoltre, la domenica non può essere l’unico momento in cui si ascolta la Parola di Dio. La scansione dell’anno liturgico, infatti, propone una selezione di brani della Sacra Scrittura, che non sempre aiuta a coglierne la dimensione narrativa.

In ambito educativo e pastorale, infatti, è opportuno curare la dimensione narrativa.

I giovani – e le persone di ogni età – amano raccontare di sé, ma spesso hanno poche occasioni di ascoltare grandi narrazioni, capaci di farli sentire partecipi di una storia comune. La narrazione è un processo di relazione, attraverso cui si dà parola ad un’esperienza di vita, muovendo gli affetti e le emozioni: tiene conto del vissuto dei destinatari e si preoccupa di suscitare domande e far affiorare desideri.

Il Dio della fede ebraico-cristiana, infatti, è un Dio di cui è possibile parlare solamente “narrando” una storia nella quale tutti siamo chiamati ad entrare, in quanto si svela nella storia di cui ognuno di noi fa parte: questo significa che non si può parlare di Dio a prescindere da noi.

L’educatore non può rimanere neutrale in questa dinamica, e diventa tanto più credibile quanto lui/lei stesso/a vive l’esperienza di fede e si sente parte di questa storia.

 

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